Descrizione
La chiesa, edificata nel 1308 dal barone Giovanni Antonio Barresi, signore di Pietraperzia, venne ricostruita quasi completamente, attorno al 1500, dal marchese Matteo Barrese, in forma più grande e fastosa, adornata con quadri ed affreschi pregevoli, portali in marmo e di altri monumenti funebri, uno dei quali progettato da Antonello Gagini, raccoglie le spoglie di alcuni membri della famiglia Barrese. Danneggiata da un terremoto, la chiesa venne nuovamente ricostruita nel 1790, ad opera dell’architetto Pietro Trombetta.
Oggi la chiesa Matrice si presenta con lo stile tradizionale della basilica cristiana: una navata centrale, accompagnata da due navate laterali più basse e più oscure, transetto con cupola, tre absidi (una centrale) e due laterali più piccole. Le navate sono divise tra loro da 5 pilastri per lato. Sopra le colonne corre per tutto il tempio una elegante trabeazione formata da architrave, fregio e cornice. La volta è a cassettoni quadrati in stucco, decorati in oro. Splendido è l’altare maggiore, che si eleva sul coro di tre gradini rispetto alla navata centrale, dove troneggia tra colonne e stucchi, un quadro firmato Filippo Paladino 1604. Non appena si entra nella navata di sinistra si possono ammirare un sarcofago e due monumenti funebri situati ai lati della porta centrale. Il sarcofago in marmo scuro è sorretto da due leoni accosciati e coperto da una lastra su cui spiccano lateralmente delle incisioni raffiguranti i quattro Evangelisti (Giovanni, Matteo, Luca e Marco), e centralmente un Cristo Pantocratore ed una Vergine col bambino.
Un portale, recante, tra l’altro, festoni ed armi, si trova murato sul fonte battesimale, mentre altri due si trovano addossati l’uno di fronte all’altro nell’abside della cappella del Sacro Cuore. Al centro di uno di essi v’è una lapide con la bolla di papa Gregorio XIII, emessa nel 1573 a favore di Donna Dorotea Barrese. Sopra la lapide vi è un bassorilievo in marmo riproducente l’Ultima Cena, scultura attribuita al Gagini.
Nel coro dell’altare maggiore si possono ammirare preziosi stalli lignei realizzati nel 1857. Sopra questi stalli vi era una Natività, attribuita al Novelli (1603- 1647) e sotto un quadro con la Deposizione della Croce, di ottima fattura, un quadro con il Bambino Gesù, e un altro raffigurante S. Antonio Abate.
A destra della porta centrale, vi è un sarcofago in stile barocco contenente le spoglie del principe Don Pietro Barrese (1571), su cui e inciso il seguente epitaffio: “A Dio Ottimo e Massimo Don Pietro Barresi, principe di Pietraperzia, ricco di virtù tra i cavalieri del suo tempo; compiuti 35 anni di sua età, colpito da un fulmine sceso dal cielo morì”.
Sulla navata di sinistra, c’è il sarcofago di Donna Dorotea Barrese, sorella di Don Pietro. Il sarcofago poggia sopra due leoni accosciati, simbolo della regalità di Donna Dorotea Barrese. L’Epitaffio recita: “A Dio Ottimo e Massimo, a Dorotea Barrese Santapau, seconda principessa di Pietraperzia e terza principessa di Butera, nella sua vita, a Roma e a Napoli rappresento degnamente la regina: fu preposta presso il re (Filippo II) alla educazione del figlio di costui, che presto portò il nome di Filippo III“.
Proseguendo per lo stesso lato sinistro nell’altare, accanto al sarcofago di Donna Dorotea, si può osservare una tela dedicata a S. Michele Arcangelo, opera di Francesco Vaccaro (Caltagirone 1808 -1882). La terza cappella è dedicata a S. Giuseppe col Bambino. Anch’essa attribuita al Vaccaro.
La quarta cappella è dedicata a Maria Maddalena in atto di asciugare coi capelli i piedi di Gesù, mentre Gesù e a tavola tra gli apostoli. La quinta cappella e dedicata a S. Pietro e Paolo. La tela sull’altare, in pessime condizioni, simboleggia la “Fede”. L’opera viene attribuita al Vaccaro. La sesta cappella è dedicata al Crocifisso, in essa si ammira un Crocifisso ligneo, appeso alla parete, attribuito a fra Umile di Petralia. L’ultima cappella entro l’abside di sinistra è quella dedicata al SS. Sacramento. Questa cappella è una delle più belle della chiesa, in essa si possono ammirare due meravigliosi portali della chiesa cinquecentesca che fiancheggiavano l’apertura delle porte , in stile rinascimentale, ornati da trofei ed armi antiche intrecciate da mazzi di fiori e sostenuti da nastri. Entro uno di questi portali , v’è la bolla di indulgenze conferita alla famiglia Barrese dal Papa Gregorio XIII (1572-1585) e a tutti coloro che visitano la cappella e fanno celebrare Sante messe.
Di notevole interesse si presenta l‘Abside accanto all’Altare Maggiore della Chiesa. Nel transetto si può ammirare la magnificenza di questo complesso dove spiccano colonne, stucchi, volta, quadri e stalli che armoniosamente circondano l’altare maggiore. Il piano del coro si eleva di tre gradini rispetto al pavimento della Matrice, e offre una visione d’insieme migliore dell’intero complesso. Dietro l’altare maggiore, entro un ornatissimo portale a stucchi, eseguito da Antonino dell’Orto di Palermo, troneggia la Pala del “Filippo Paladino. Questa pala rappresenta la Madonna col Bambino, attorniata da Santi, Angeli e Cherubini. Sopra il timpano, si trova una schiera di angeli con trombe adagiati su nuvole che fanno corona all’immagine del Padre Eterno.
Attraversando l’ingresso laterale destro è possibile scorgere , racchiuso da una inferriata in ferro battuto, il Fonte Battesimale. Accanto si trova una cappella dedicata alle Anime Sante con affisso un quadro del pittore Francesco Vaccaro che rappresenta Cristo Misericordioso circondato dalle anime purganti. Segue l’altare di S. Francesco di Paola, con tela di autore ignoto raffigurante il santo durante la predicazione. Il sesto altare é dedicato alla Santa Deposizione, con quadro del Vaccaro. La navata termina con l’abside dedicata alla Madonna della Cava. Gli affreschi sulle pareti e sulla volta , ormai quasi scomparsi, riproducevano la leggenda del ritrovamento della Madonna in contrada Cava.
In fondo alla navata di destra, si trova la Sacrestia, essa comprende diversi locali, situati sopra l’abside della vecchia chiesa cinquecentesca. Le pareti laterali espongono quadri con ritratti dei parroci che hanno amministrato la chiesa, una tela della Madonna della Cava del Provenzano, una tela con la Via Dolorosa di autore ignoto ed altri quadri e foto. Il soffitto presenta un affresco, che raffigura la “Chiesa trionfante”, del pittore Michele Candolfo, mentre la parete frontale è coperta da un grandissimo quadro dell’ Ultima Cena, opera dell’artista V. Spampinato.